
TAPPA N. 1: INTRODUZIONE. IL CORTILE DI BEATRICE.
Buongiorno, benvenuti al Castello del Catajo. State per iniziare la visita di una delle dimore storiche più vaste, importanti e insolite del rinascimento veneto. Il Catajo rappresenta un unicum nella storia dell’arte e dell’architettura. La visita, che si svolge tra spazi esterni, alcuni ambienti interni e i sette saloni affrescati del piano nobile, riporterà informazioni storico artistiche e curiosità, a partire dall’origine del nome del castello la cui singolarità ha generato nei secoli diverse leggende. La più famosa ci dice che il Catajo sarebbe la copia della reggia del Catai, il palazzo imperiale cinese visitato e descritto da Marco Polo nella sua opera Il Milione. In realtà la vera origine del nome fa riferimento all’area su cui il castello è costruito. La parola Catajo deriva infatti da “la Cà del Tajo”, dove “Cà” è l’abbreviazione veneziana della parola “casa” e “tajo” una parola dialettale che indica un canale scavato dall’uomo. “Catajo” significa quindi “la Casa sul Canale”. La prima abitazione di inizio ‘500 che ha dato vita alla costruzione del castello è oggi riconoscibile nella parte di edificio a due piani, con la loggia che si affaccia su questo cortile. Il Castello nelle sue forme odierne è dunque il risultato di diversi ampliamenti edificati nel corso dei secoli tra i primi anni del ‘500 e la seconda metà dell’800. Il nucleo più importante e visitabile, il Castelvecchio, è il più prezioso ed è stato costruito nel XVI secolo da Pio Enea I° Obizzi, massimo esponente di una leggendaria famiglia di capitani di ventura che possedeva uno dei più importanti eserciti mercenari dell’Europa del tempo. Le aree monumentali del castello sono state quindi costruite nel Rinascimento, periodo in cui la moda imponeva architetture che si ispiravano alla classicità come ad esempio le ville di Palladio. Il Catajo invece pur essendo dello stesso periodo rappresenta un’eccezione avendo forme architettoniche del tutto inconsuete per l’epoca. La famiglia Obizzi ha concepito il Catajo come una grande macchina di rappresentanza dove anche l’architettura doveva immediatamente comunicare la vocazione e l’eccentricità dei proprietari e dunque richiamare le strutture militari solo in apparenza. Il Catajo perciò, pur avendone le forme, un castello nel senso stretto del termine non lo è, è una sfarzosa dimora di villeggiatura estiva, progettata per provocare stupore nello spettatore e dove realizzare imponenti feste con centinaia di ospiti, con ambienti di alta rappresentanza e giardini degni di una reggia.
Vi invitiamo ora ad entrare nella Casa di Beatrice, la tappa n.2 vi aspetta nella prima stanza sulla destra.