
TAPPA N. 7.2: APPROFONDIMENTO TEMATICO “LE DAME DEL CATAJO”: ELEONORA MARTINENGO
Ricordiamo che è VIETATO FOTOGRAFARE e FILMARE gli affreschi (anche senza flash) ed è VIETATO TOCCARE e VIETATO APPOGGIARSI ALLE SUPERFICI AFFRESCATE.
Guardando verso il soffitto notiamo tre grandi tele che rappresentano tre forme di governo. La tela più vicina all’albero genealogico rappresenta il governo della Repubblica di Venezia, un governo gestito dell’aristocrazia veneziana con a capo il Doge, la tela centrale rappresenta la Repubblica dell’antica Roma e l’ultima tela la Monarchia dello stato pontificio con a capo il Papa. Soffermiamoci sulla tela centrale, ad osservare la donna bionda che incarna allegoricamente il Trionfo della Repubblica Romana. È seduta in trono e abbigliata come una divinità guerriera. Il suo viso non è opera della fantasia dell’artista, ma è il ritratto della contessa Eleonora Martinengo, seconda moglie di Pio Enea I degli Obizzi. Eleonora proveniva da una nobile e ricchissima famiglia bresciana e aveva sposato Pio Enea nel 1563. Il matrimonio aveva portato in dote nelle casse di famiglia la cospicua somma di 18.000 ducati, una vera e propria fortuna all’epoca, che pochi anni dopo era stata investita nella costruzione del Catajo. Durante la visita dei saloni noterete che tutte le donne rappresentate un po’ si somigliano: hanno tutte capelli biondi e fattezze simili a quelle della contessa. La scalata sociale intrapresa dagli Obizzi non poteva infatti avvenire senza una oculata politica matrimoniale: i rampolli venivano spesso accasati con ricche ereditiere o con nobildonne che compensavano la mancanza di fondi con un alto titolo nobiliare.